9 Agosto 2018 – Campo Ortigara 2018

Nuove Presenze

Dal 2007 alcuni alpini di Piove partecipano ai campi di lavoro sull’Ortigara e anche quest’anno non siamo potuti mancare.

L’esperienza è molto gratificante grazie alla cura della logistica da parte dei Gruppi della Sezione di Marostica e due nuovi volontari: Luigi, artigliere, amico degli alpini e Laura figlia di un alpino.

Ecco le loro impressioni.




di Luigi Chinello

Ho fatto il servizio militare come artigliere presso il 6° Rgt. Artiglieria Pesante Campale a Piacenza. Grazie ad un amico mi sono iscritto all’ANA nel 2013 e sono “Amico degli alpini”; partecipo da un po’ al servizio presso le scuole con le lezioni di storia, facendo qualche uscita didattica.

Quest’anno ho chiesto di partecipare al campo di lavoro all’Ortigara, perché volevo rendermi utile anche in maniera manuale e volevo vedere da vicino i luoghi della grande guerra che in passato avevo visto, ma in maniera un po’ distaccata.

Siamo stati ospiti presso il rifugio Cecchin con il Coro ANA di Marostica e subito abbiamo cominciato a pulire le trincee e i sentieri che ci sono stati assegnati. È stato un po’ duro sotto il sole, ma ci siamo impegnati al massimo.

Anche il sabato è stato una giornata di intensa attività, mentre la domenica siamo saliti alla Colonna Mozza sull’Ortigara per rendere omaggio ai nostri Caduti,

Si è trattato di un’esperienza che spedo di ripetere anche nei prossimi anni.




di Laura Mobili

Il mio papà è un alpino – Non mi stanco mai di ascoltare i suoi racconti sulla naja e guardo con orgoglio a ciò che lui e il suo Gruppo fanno durante le varie ricorrenze e con le scuole.

È da anno che mi parla dei campi sull’Ortigara e quest’anno ho voluto partecipare anch’io per poter, anche se per poco, immergermi in questa realtà.

Per prima cosa devo un ringraziamento particolare ai miei “compagni di viaggio” del Gruppo Brigate Alpine di Piove di Sacco.

Sono stati giorni intensi e allo stesso tempo divertenti, con un0ottima accoglienza da parte del gruppo Coro ANA di Marostica, presso il rifugio Cecchin.

Sistemare sentieri e trincee, raggiungere ancora una volta la cima dell’Ortigara tra i racconti di chi era con me, ha fortificato in me la convinzione di quanto sia importante avere memoria e cura di questi luoghi, nel rispetto di chi ha perso la vita e nella speranza che non si ripeta mai più quanto successo.