PREGHIERA DELL’ALPINO


Messa da Campo

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo l’animo a Te, o Signore, che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani, e
ci aiuti ad essere degni delle glorie
dei nostri avi.
Dio o¬nnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall’impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, su le diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti,
tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi.
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
e ai nostri Gruppi.
Così sia.

Le tappe principali della sua storia
(da L’Alpino di ottobre 2015)

• 1947:
ritrovamento nell’archivio della famiglia del colonnello Gennaro Sora di una lettera alla madre, datata luglio 1935. In essa compare una sua preghiera elaborata per gli alpini dell’Edolo, battaglione da lui comandato, nella quale numerose sono le frasi poi diventate patrimonio di tutti gli alpini in armi e in congedo. Il col. Sora morì nel 1945 dopo un’avventurosa vita spesa al servizio della Patria sull’Adamello, alle isole Svalbard (impresa Nobile), in Africa Orientale e in prigionia in Kenia.

• 11 ottobre 1949:
don Pietro Solero, grande figura di sacerdote, di alpino e di alpinista, cappellano del 4º Alpini, in un incontro con l’Ordinario militare, mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, propone di «ritoccare e di rimodernare la Preghiera e di concedere la facoltà di recitarla dopo la Messa in luogo della Preghiera del Soldato».

• 21 ottobre 1949:
Mons. Ferrero approva e il vicario generale mons. Giuseppe Trossi comunica il nuovo testo della Preghiera a tutti i comandanti alpini.

• 1972:
Mons. Aldo Parisio, cappellano capo del 4º Corpo d’Armata Alpino, chiede e ottiene dall’Ordinario militare, Mons. Mario Schierano, di sostituire alcune frasi ritenute non più consone al momento che l’Italia sta vivendo. Perciò il «rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana…» diventa: «Rendici forti a difesa della nostra Patria e della nostra Bandiera».

• 15 dicembre 1985:
il testo così modificato è definitivamente approvato per cui la nuova “Preghiera dell’Alpino” diventa ufficiale.

• 26 settembre 1987:
il Presidente Caprioli chiede e ottiene dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’Ana che la Preghiera sia preferibilmente recitata, nella forma originale del 1949, quando le cerimonie sono celebrate in presenza di soli iscritti all’Ana e nel testo modificato nel 1985 in presenza di reparti alpini in armi che non possono evidentemente contravvenire agli ordini.

• 6 settembre 2007:
l’arcivescovo Ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi, reinserisce nel testo della Preghiera modificata nel 1985 il riferimento alla «nostra millenaria civiltà cristiana». Per gli alpini in servizio, dunque, il «rendici forti a difesa della nostra Patria e della nostra Bandiera» diventa: «Rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera, della nostra millenaria civiltà cristiana»

Fonte ana.it: Preghiera dell'Alpino