CAPORALE
ANTONIO LAIN


Nato a Malo il 25.10.1914, deceduto a Piove il 14.10.1983

Decorato di
MEDAGLIA D’ARGENTO e
CROCE AL VALORE MILITARE

CAPORALE ANTONIO LAIN

Durante la serata di cori tenutasi al cinema Marconi nel dicembre 1983, i familiari di Lain Antonio, deceduto nell’ottobre dello stesso anno, hanno consegnato in forma solenne al Gruppo di Piove le decorazioni del congiunto che abitava a Corezzola.

Fra tutti gli spettatori presenti nella sala è entrato un familiare, accompagnato da due Alpini in divisa, con un cuscino su cui erano deposte la Medaglia d’Argento e la Croce al Valore del Lain.

Con tutti gli Alpini sull’attenti, il Coro della Brigata Cadore, diretto dal Cappellano Militare Don Sandro Capraro, ha ricordato l’artigliere alpino con il canto Signore delle cime.

Da sottolineare l’umiltà di questa persona che non si è mai vantata delle sue decorazioni e del suo coraggio, che ha compiuto il proprio dovere in silenzio e che è vissuta praticamente sconosciuta nonostante gli importanti riconoscimenti.

L’Alpino Lain ha risposto Presente quando la Patria ha chiamato e poi, come Cincinnato, è ritornato alla sua terra senza nulla pretendere.

Oggi le sue decorazioni sono appuntate sul nostro storico vessillo di Sottosezione risalente agli anni sessanta e conservato in sede.

CROCE AL VALOR MILITARE

CROCE AL VALOR MILITARE
Artigliere 3° Reggimento Artiglieria Alpina Julia
Gruppo Conegliano

LAIN ANTONIO classe 1914
“ Servente ad un pezzo di batteria alpina duramente provato, durante aspri combattimenti era di esempio per sprezzo del pericolo ed elevato sentimento del dovere. Sotto violenti tiri di controbatteria e di mortai nemici, calmo, contribuiva efficacemente al funzionamento del suo reparto.”

Settore di Dragoti – Vojussa (fronte greco),
1 – 28 marzo 1941

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE
Caporale 3° Reggimento Artiglieria Alpina Julia

LAIN ANTONIO classe 1914
“ Puntatore di batteria alpina, in accaniti combattimenti contro mezzi corazzati nemici, a distanza ravvicinata, riusciva a distruggerne due. Ferito al braccio e obbligato a lasciare il posto ad un compagno pronunciava parole di vivo rammarico e, nel successivo ripiegamento, benché dolorante e stremato, era di esempio luminoso di serenità ed amor di Patria.”

Medio Don – Scebekino (Russia)
16 – 30 gennaio 1943


Fonte: Un cammino lungo 70 Anni – Libro sulla storia del gruppo